Ho avuto il privilegio di incontrare molte volte il Maestro (così mi piace definirlo), dopo i suoi spettacoli e in alcuni dei più importanti congressi di magia nel mondo. Ma il ricordo più particolare che ho di lui è legato a un episodio che non lo riguarda direttamente, ma che per me rappresenta un segno del destino.

Era l’inizio degli anni ’90 quando, giunto a Torino da Napoli, iniziai a lavorare come direttore commerciale in un’azienda metalmeccanica. All’epoca la magia era ancora solo una grande passione, nulla di più. Silvan, per me, era una divinità irraggiungibile, la vetta massima dell’arte magica. Avevo già avuto contatti con il Club Magico Italiano di Bologna, ma Silvan era di un altro livello, un maestro assoluto.

Frequentavo spesso un cliente molto importante dell’azienda per cui lavoravo, un uomo di grande esperienza nel settore industriale, Gianni Pasqua. Con il tempo, pranzando regolarmente insieme, scoprii che era molto di più di un dirigente d’azienda: il suo nome d’arte era Roxy, ed era uno dei fondatori del Circolo Amici della Magia di Torino. Inizialmente non avevo idea della sua fama nel mondo della magia, ma ogni volta che eravamo a pranzo, puntualmente, riceveva una telefonata in inglese che lo impegnava per una decina di minuti. Il contenuto era sempre lo stesso: la magia. Dopo un po’ di tempo, spinto dalla curiosità e dalla crescente amicizia, gli chiesi chi fosse il suo interlocutore. Gianni mi sorrise e rispose con disarmante naturalezza: “Chi vuoi che sia? Silvan, naturalmente!” (Del perché Roxy e Silvan parlassero in inglese lo racconterò, forse, in un prossimo articolo su Roxy). Fu un momento incredibile, un contatto inaspettato e indiretto con il mito.

Silvan, il più grande prestigiatore del XX Secolo
Foto da Silvan Fan Club, pagina Facebook autorizzata

Un Mago Predestinato

Aldo Savoldello, in arte Silvan, nasce a Venezia il 18 maggio, sotto il segno del Toro. A soli sette anni resta incantato dalle magie di un prestigiatore e comincia a studiare con dedizione, acquistando libri di magia sulle bancarelle. Già a otto anni intrattiene amici e parenti, e a undici mette in scena il suo primo spettacolo all’oratorio della scuola: quattro ore di magia che lasciano il pubblico senza parole. Non esistevano tutorial online, niente video, niente internet: la sua formazione è basata su studio, passione e una ferrea determinazione.

Il primo nome d’arte che sceglie è Saghibù, una fusione dei nomi di due maghi che ammira: Bustelli e il professor Otello Ghigi. Quest’ultimo lo prende sotto la sua ala e lo invita a partecipare ai suoi spettacoli, segnando l’inizio di un percorso che lo porterà al successo.

Al liceo capisce che la tecnica da sola non basta. Inizia a studiare teatro, impara a memoria monologhi shakespeariani e sviluppa un’arte che non è solo illusione, ma vera e propria interpretazione scenica. “Dire ciò che non fa, fare ciò che non dice, pensare a cose diverse da quelle che fa e dice…” Questo concetto, che lui stesso definisce come la massima difficoltà per un prestigiatore, diventa la sua filosofia di spettacolo.

Il mago Silvan Silvan
Foto da Silvan Fan Club, pagina Facebook autorizzata

Dal Club Magico al Palcoscenico Mondiale

Nel 1956 partecipa alla trasmissione “Primo Applauso“. L’attrice Silvana Pampanini, colpita dalla sua eleganza e bravura, gli suggerisce di cambiare nome: da Saghibù a Silvan. Un momento simbolico che segna la nascita del mito.

Da quel momento, la sua carriera è una continua ascesa. Gira il mondo con il Silvan Magic Show, incantando Parigi, New York, Tokyo, Las Vegas, Miami, Londra, Beirut, Hollywood e Stoccolma. Si esibisce per Edith Piaf, Ronald Reagan, Sua Eminenza il Cardinale Angelo Sodano. Nei teatri, nelle televisioni, nei circoli più esclusivi: ovunque porta un’eleganza senza tempo.

Silvan, biografia del mago illusionista
Foto da Silvan Fan Club, pagina Facebook autorizzata

Le Iconiche Grandi Illusioni

Silvan porta in TV magie mai viste in Italia: la sparizione della Rolls Royce, la donna tagliata a metà e poi in quattro pezzi, l’apparizione e la sparizione di un elefante, la levitazione e sparizione di una carrozza, la sparizione di 25 ballerine. Ma ciò che davvero lo distingue non sono i trucchi, bensì la presentazione.

Gestualità impeccabile, linguaggio del corpo studiato al millimetro, sguardo ipnotico, modulazione della voce e uso perfetto delle pause. Silvan non esegue solo magie: racconta storie, crea suggestioni, incanta.

Per apprezzare appieno il carisma e l’abilità di Silvan, ecco una sua recente intervista TV:

L’Insegnamento di un Maestro

Autore di innumerevoli libri, creatore di scatole magiche che hanno ispirato generazioni di prestigiatori, vincitore di premi prestigiosi come il “Premio Lumière”, il “Louie Award” e il “Merlin Award”, Silvan ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’illusionismo.

Ma c’è una lezione che considero fondamentale tra quelle che Silvan ci ha insegnato. Il Maestro ha sempre insistito sul concetto di “recipresentazione”, ovvero la fusione tra recitazione e presentazione. Per lui, non basta eseguire un trucco: bisogna raccontarlo, interpretarlo, trasmetterlo con carisma e coinvolgimento.

Come lui stesso dice: Conoscere un gioco è niente, saperlo fare è già qualcosa, saperlo presentare è tutto!.

E con questa filosofia ha reso l’impossibile, possibile.

Silvan, Arte Magica. Dedica a Alessio Rastrelli

Sito web ufficiale di Silvan

Silvan, il più grande prestigiatore del XX Secolo

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